Scrivere di Parigi da casa, pochi giorni dopo il rientro, è un modo per dare valore ai ricordi di un tempo prezioso e unico. Parigi mi ha insegnato, tra le altre cose, a cogliere il momento. Quando c’è il sole, esci, non aspettare.
Qua, dove il tempo cambia meno rapidamente, posso posticipare la mia uscita a più tardi. A Parigi, quando al mattino il cielo era limpido, uscivo prima possibile, affrettando il passo per godere di una buona luce, prima dei tanti cambiamenti che la giornata avrebbe portato. Martedì, esattamente una settimana fa, quindi, la giornata iniziava con il sole e la luce bella delle giornate pungenti d’inverno. Come obiettivo un giro lento nel quartiere che si sviluppa intorno al Canal Saint-Martin. Da casa, il percorso a piedi è breve, qualche vicolo, rue de Bretagne, un passaggio da Place de la République, dove restano i segni della manifestazione di metà gennaio.
Dopo si è già in zona, nella rete di strade che si affacciano sul Canal. Io ci arrivo da rue de Lancry, una via dove si concentrano i bistrot e i ristoranti etnici. Tra i primi, La Patache (al numero 60) è un buon indirizzo per mangiare i piatti sostanziosi della cucina francese di casa (un’ottima blanquette de veau, per esempio), mentre Le Cinquante (al numero 50, ça va sans dire) è ideale per l’aperitivo con i suoi taglieri di formaggi ed affettati ed i plateaux di ostriche, accompagnati, più tardi, da concerti jazz.
Molto affollati e segnalati da vari siti, Le Verre Volé e Le Verre Volé sur mer. Poco prima di affacciarsi sul Canal, si può girare a sinistra in rue des Vinaigries, dove si trova una delle pasticcerie che è entrata da poco nella mia personale lista delle preferite.
Liberté, si ama già dal nome. Poi, si ama per il suo laboratorio a vista, per gli spazi lasciati grezzi, per il marmo del banco. Infine, ovviamente, anche per i suoi dolci. Ottimi i classici financiers e madeleines (queste ultime sono tra le prime in classifica tra le più buone di Parigi, secondo Le Figaro), originali nella loro semplicità le piccole tartes e gli choux, con il marchio di fabbrica, le Sablé Signature. Qui si usano materie prima di qualità, lievito naturale e farine ottime, per il pane. I dolci sono classici, ma realizzati con gli ingredienti migliori ed un occhio all’estetica. Nella stessa via, molto vivace e vissuta, Sol Semilla, cucina, bottega e spazio atelier per gli appassionati di cucina naturale e ben due luoghi per il coworking (Craft, che offre anche ristorazione e Cowork shop).
Da qui, passando magari per lo spazio verde, con annesso orto sociale, Jardin Villemin, si arriva finalmente sul Canal. La prima passerella a cui si accede permette di avere una bella vista verso sud, sul sistema di chiuse e sui ponti che collegano i due lati. Un’occhiata alle vetrine del coloratissimo Antoine & Lili e si passa in Rue Bichat.
Anche da questo lato, si alternano piccoli bistrot, cucine del mondo, botteghe dalle belle insegne in legno e l’unica pasticceria sans gluten che io abbia trovato a Parigi (Helmut New cake). Si incontrano un piccolo teatro e tanti atelier di oggetti e accessori di design. Ci si può fermare, solo di domenica e nel periodo da aprile ad ottobre, per una sosta in uno spazio verde entrando nel Jardin de l’hôpital Saint-Louis. La percezione è di essere in un quartiere vero, nel bene e nel male, privo di romanticismi e finzioni per turisti.
Ci si può dunque perdere per le strade e curiosare tra le vetrine, tornando poi di nuovo verso il Canal. Attraversandolo per la seconda volta, non si può evitare di passare davanti alla libreria Artazart, considerata una delle migliori per libri di arte e design. E’ una libreria in cui può capitare di trovare in vetrina una bicicletta come un piccolo zoo di carta.
Dentro, oltre ai libri, cartoleria originale, piccole guide alla Parigi nascosta e molti angoli da scoprire.
Tornando verso République può succedere, infine, di trovarsi di fronte una boulangerie di cui si è sempre sentito parlare, ma che è rimasta fino ad ora nella lunga lista senza mai esser stata localizzata. Du Pain et Des Idées è un gioiello che vi chiama da fuori con le sue insegne dorate e le vetrine piene di vecchie scatole di latta, e non vi delude quando entrate. Oltre al pane, delle idee, appunto. Idee dolci, dall’aspetto invitante, che non potrete fare a meno di portar via, per la colazione del giorno dopo, sempre che riusciate a resistere. I sacchetti azzurri, con le sigle d’oro, sono belli tanto quanto quello che contengono: le escargots -una delle loro specialità-girandole di pasta da croissant con farciture dalla più classica alla più originale, gli chaussons à la pomme ed i classici croissants e pain au chocolat, tutti preparati con burro di qualità e materie prime fresche e di stagione.
E’ l’ora di pranzo. Mi affretto per incontrare un’amica che vive qui da qualche anno. Il cielo nel frattempo si è coperto, ho fatto bene ad uscire quando c’era il sole.
5 Comments
emilio
10 febbraio 2015 at 18:03Bellissime foto!
Cecilia
10 febbraio 2015 at 22:45Non conosco per niente Canal St. Martin, dolce Ema, e come al
solito con i tuoi racconti mi hai fatto venir voglia di scoprirlo…chissà quando lo farò, magari prima di quanto penso, magari insieme a te e a qualche amica di dolcezze, chissà!
marcellagiorgio
11 febbraio 2015 at 10:16Grazie per il bel post anche se mi ha dato una bella botta di nostalgia!!
Dentro la libreria Artazart ho passato momenti di pura felicità.
Mi appunto qualche dritta…maggio si avvicina 😊
La Dolce Peonia
12 febbraio 2015 at 15:51@Emilio: grazie!
@Marcella: devi andare assolutamente da “Liberté”!
Alessandra
19 marzo 2015 at 14:23MERAVIGLIOSOOO!