Morirò, e non riesco a ricordare un sapore che mi frulla nel cuore. So che quel sapore è la verità prima ed ultima di tutta la mia vita, e possiede la chiave di un cuore che da allora ho messo a tacere. So che è un sapore dell’infanzia o dell’adolescenza, una pietanza primordiale e sublime che precede qualsiasi vocazione critica, qualsiasi desiderio e pretesa di parlare del mio piacere di mangiare. Un sapore dimenticato, annidato nel più profondo di me stesso che, alle soglie della morte, si manifesta come l’unica verità che in vita mia sia stata detta o messa in pratica. Lo cerco, e non lo trovo

(Estasi Culinarie, Muriel Barbery)

Tutto è spiegato con una madeleine. Quell’effetto di tuffo nel passato legato ad un cibo ha un nome ed una descrizione nella quale possiamo ritrovarci.
Questa ricetta è servita come spunto per un laboratorio con degustazione che pochi giorni fa era nel programma della giornata di festeggiamenti della biblioteca della mia città.

Il tema era il benessere. Quello che ci deriva dal cibo ha molti aspetti e possibili interpretazioni. Chi ama impastare, chi ama cucinare per gli altri, chi trova piacere nella ricerca degli ingredienti e nella curiosità che porta alla sperimentazione. Chi ama provare nuove ricette o ritrovarsi ancora una volta con le mani immerse in un impasto fatto quasi a memoria, tanto è familiare e ripetuto.
Anche l’effetto che il cibo ci provoca a livello emotivo fa parte del suo piacere: i ricordi, la memoria gustativa ed olfattiva parlano di questo. Ognuno ha la sua madeleine, insomma (la mia è qua, l’ho detto e ridetto).

Ma oltre ad essere ricordate per questo, le madeleines sono anche dei deliziosi dolcetti, ottimi insieme ad ogni tipo di bevanda calda, declinabili in moltissimi profumi diversi. Questa ricetta proviene da un vecchio numero di Saveurs, meravigliosa rivista francese piena di spunti e di bellezza. Negli anni è stata modificata, riveduta ed in questo caso trasformata in una versione priva di latticini e glutine. Con l’aggiunta di un po’ di profumo di Provenza, portato dall’olio essenziale alla lavanda (di provenienza, però, tutta italiana).

INGREDIENTI

130 g di farina di riso
120 g di fecola di patate
16 g di agente lievitante (senza aromi)
250 g di zucchero
200 g di uova
210 g di olio delicato (di riso, semi di girasole o mais)
olio essenziale di lavanda* (15 gocce)
1 pizzico di sale

PROCEDIMENTO

  • Lavorare con una frusta a mano le uova con lo zucchero, aggiungere l’olio con l’aroma infine la farina, la fecola e l’agente lievitante, mescolate insieme al sale.
  • Lasciar riposare in frigo per una notte.
  • Con una sac a poche munita di beccuccio liscio (Ø 12) riempire gli stampi da madeleines (per circa ¾).
  • Cuocere per 5 minuti a 220˚C e il tempo restante a 180˚C.

NOTE

*se non trovate l’olio essenziale, è possibile usare anche i fiori. Si trovano in erboristeria, venduti sfusi per tisane ed infusi. Sarà allora necessario metterne un cucchiaio abbondante in infusione nell’olio un po’ prima di preparare l’impasto e poi filtrarlo.

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