Si, sono nel posto giusto, nel luogo giusto.
Questa è la sensazione, dopo cinque giorni passati nell’alto Marais, terzo arrondissement parigino. Un quartiere di cui ogni giorno scopro un pezzetto, un caffè, una piccola piazza, un atelier di artisti, un’associazione culturale. Stamattina, uscita con un accenno di nevischio nell’aria, ho fatto un giro vicino a casa, in queste strade che stanno diventando familiari. Mi sono anche chiesta se conosco abbastanza bene il quartiere in cui vivo, nella mia città, o se magari, al ritorno posso provare a guardarlo con occhio nuovi.
Ho scoperto, intanto, che il quartiere in cui sto vivendo ora è, come tutta Parigi, pieno di cose buone. Qui si sono concentrati – come accade anche in rue du Bac o rue Bonaparte, solo per fare due esempi- molti dei nomi più conosciuti della pasticceria.
Ci sono le boutique di Hévin (dove ci si può divertire a leggere le descrizioni gustative di decine di tipi di cioccolato) e di Jacques Genin, Maîtres Chocolatiers del momento.
Ci sono gli choux di Popelini e di Philippe Urraca, che qui ha aperto da poco più di un mese il suo “Profiterole Chérie”. Perchè ormai a Parigi è choux-folie da un bel pezzo. C’è il pane di Poilâne, rustico e saporito, ed un mercato storico di Parigi, il Marché des Enfants Rouges, il più antico mercato coperto della capitale.
E’ un mercato piccolo, di quartiere, dove si possono fare acquisti ma anche fermarsi a mangiare. Cibo italiano, marocchino, libanese, hamburger con carni di qualità, piatti francesi da bistrot. Uscendo su rue de Beauce, si incontra anche un piccolo orto-giardino, un jardin partagé, gestito dall’associazione Main Verte (che corrisponde al nostro pollice verde) e poco dopo il Troisième Café, un café gestito dai volontari di un’associazione culturale, in cui si tengono incontri e corsi di cucina.
Nelle strade intorno, nelle traverse di Rue du Bretagne, si incontrano negozi e cucine di ogni tipo.
Oggi ho trovato…
Un negozio di usato, con un nome cinematografico, “Hier, aujourd’hui et demain “.
Una libreria che mi ricorda la mia preferita, a Pistoia, facendomi sentire ancora di più a casa. E in vetrina, il libro di Erri De Luca, consigliato dai librai per sostenere l’autore, processato per frasi no-tav.
Le Carreau du Temple, un vecchio mercato, restaurato e trasformato in centro polifunzionale, in cui si tengono eventi culturali, incontri, concerti.
Un piccolo atelier di creazioni 100% francesi, bijoux, vestiti ed accessori ideati da giovani stilisti e designer.
Ed anche…
Un gyoza bar, un ristorante argentino che fa empanadas di tutti i tipi, un piccolo locale che offre panini all’italiana, una gastronomia greca, un bellissimo negozio di casalinghi.
Non manca un giardino pubblico, quella macchia verde nella cartina, che in estate immagino utile per fermarsi a mangiare qualcosa all’aria aperta, su una panchina. Ogni quartiere ne ha almeno uno. Così puoi sentirti nel posto giusto.
4 Comments
Barbara
26 gennaio 2015 at 11:27Prezioso il tuo post cara Peonia… Grazie!
Ne farò tesoro per il prossimo viaggio a Parigi tra poche settimane…
Un grande abbraccio!
Barbara
La Dolce Peonia
28 gennaio 2015 at 19:12Grazie, Barbara! un abbraccio anche a te,
Emanuela
Luca
3 febbraio 2015 at 15:37Davvero un’antologia del vivere il quartier. E un invito continuativo a visitare la città più “sociologica” d’Europa (se non, forse, del mondo!).
Grazie!!
Alessandra
19 marzo 2015 at 14:29La narrazione è davvero esaltante…così come le fotografie…ti vien voglia di partire e di “vivere” e “respirare” Parigi!
Bravissima!