Ogni anno è la stessa storia.

Arriva il primo caldo e, mentre il mio corpo richiede un rallentamento delle attività, la mente ancora si affanna a fare e non cede volentieri al cambio di velocità.

Questa diatriba che ormai ben conosco mi coglie sempre vagamente impreparata, ed ogni volta devo ricordare a me stessa che rallentare un poco non è male e che la capacità di trovare nuovi ritmi- una giusta via di mezzo tra quello che chiede il corpo e quello che direbbe la mente- è segno di elasticità e capacità di adattamento.

Così mentre una parte di me brontola perchè non sono abbastanza produttiva, l’altra vorrebbe solo sdraiarsi sotto ad un albero a leggere quel mastodontico e promettente romanzo comprato un mese fa o l’ultimo libro di una delle mie serie poliziesche preferite.

E mentre il post su questo primo anno parigino prende forma con molta calma (calma che la mia mente non approva per nulla!), ne estraggo una parte e la uso come pretesto per questa ricetta, di estrema semplicità e quindi molto adatta a questo periodo particolare.

Da qualche parte bisogna pur iniziare e decido di farlo con una cosa per volta.

La ricetta è di quelle adattabili a infinite versioni e qui ha fatto da incontro tra il suggerimento di una corsista ad una delle ultime serate prima della pausa estiva ed un nuovo amore, nato proprio al tavolo di una sala da tè parigina verso la fine dell’inverno.

Il té matcha già da qualche anno è entrato come ingrediente nel mondo della pasticceria, ma sono stata sempre abbastanza indifferente nei suoi confronti, fino a quando ho assaggiato il mio primo matcha latte.

Si sa, il gusto cambia nel tempo, e questa riscoperta- avvenuta al tavolino di Colorova, parlando con Lucia di libri di cucina e locali in voga a Parigi- mi ha aperto a nuove possibilità ed abbinamenti.

Negli ultimi mesi, oltre a coccolarmi con matcha latte per colazioni speciali del sabato mattina, ho messo questo particolare tè in polvere- che proprio per la sua forma si presta ancora di più ad essere miscelato agli impasti- in frolle e meringhe ed ora, con l’arrivo del caldo, niente di meglio che usarlo in freschi dolci al cucchiaio.

E’ nata così questa panna cotta, che a prima vista potrebbe sembrare al pistacchio ma all’assaggio rivela il suo particolare sapore, in perfetto abbinamento- sia cromatico che gustativo- con i lamponi, che iniziano ad affacciarsi tra i frutti di stagione, come a dare il benvenuto all’estate e ad un nuovo ritmo di vita.

INGREDIENTI

400 g di panna fresca
100 g di latte intero fresco
80 g di zucchero
1 cucchiaino raso di agar agar in polvere
1 cucchiaino raso di tè matcha
30 lamponi

PROCEDIMENTO

  • Mescolate il tè con l’agar agar e lo zucchero.
  • Scaldate la panna ed il latte e quando sono tiepidi, usatene una parte per stemperare gli altri ingredienti, mescolando bene per evitare piccoli grumi di tè o agar agar.
  • Riunite tutto in un tegame capiente e portate ad ebollizione.
  • Mantenete una leggera ebollizione per almeno due minuti (il tempo di attivare l’agar agar), mescolando.
  • Suddividete la panna cotta in 6 bicchierini ed aggiungete 6 lamponi in ognuno.
  • Lasciate raffreddare e solidificare in frigo.

NOTE

Se non amate il cioccolato e volete valorizzare il profumo agrumato, ricoprite la crema di semolino-una volta fredda- con un velo di marmellata di arance. Se preferite una base di frolla più croccante, che contrasti con il ripieno morbido, scegliete la frolla classica al posto della sablée.

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