Non ricordo più da dove viene questa ricetta. So che è scritta in uno dei miei primi quaderni dove riportavo, con la calligrafia minuziosa che ho ereditato da mia nonna, tutto quello che sperimentavo in cucina quando ancora l’idea che diventasse il mio lavoro non era minimamente nell’aria. Insieme ai ritagli di qualche giornale, alle ricette dettate al volo da un’amica o una zia, ai commenti su esperimenti non riusciti, rimangono una serie di ricette che sono diventate parte di me e che ho rifatto più e più volte. Al punto di non ricordarmi la fonte.

Probabilmente questa caprese viene da un vecchio numero de La Cucina Italiana, che insieme a Sale & Pepe entrava mensilmente in casa nostra. Fatto sta che la ricetta era valida, apprezzata e richiesta. Non so quanto fedele all’originale caprese che non ho mai avuto il piacere di mangiare, ma in ogni caso una deliziosa, golosissima e morbida torta al cioccolato. Quando ho iniziato a lavorare al Forno Capecchi, l’ho portata con me e Piero spesso mi chiedeva di prepararla, sia per il negozio che per le sue cene a casa.
Quindi, quale migliore torta da condividere con i colleghi di Sforna l’Arte, nell’occasione dell’incontro per rivederci e parlare dei nuovi corsi per i prossimi mesi?

Sforna l’Arte è un gruppo di professionisti e professioniste, ma soprattutto di persone speciali che ho avuto la fortuna di incontrare sul mio percorso di pasticcera. Oltre a Piero Capecchi, il mio primo Maestro per quanto riguarda il mondo dei lieviti, ci sono altri due panificatori e due pasticcere. Nicola Giuntini l’ho conosciuto quando lavoravo al forno e veniva a condividere le ricette con Piero. Già a quel tempo si vedeva che il loro sodalizio sarebbe stato eccellente. Alessandro Cioni l’ho incontrato per la prima volta a Montale, durante una serata organizzata da Slow Food, in cui presentava il suo meraviglioso pane. E’ l’esperto di forno a legna del gruppo, oltre ad una persona in grado di metterci tutti di buon umore.

Elisabetta Scorcelletti, la Betty, è la mia collega che fa il gelato. Fa il gelato più buono che ci sia. La prima cosa che ho saputo quando mi hanno parlato di lei anni fa, è che era di origini austriache e mi ha subito fatto pensare ad una generosa Sacher, uno dei miei dolci preferiti. Elisabetta Tarocchi  è la nuova conoscenza, pasticcera pratese che dopo essersi fermata un po’ per crescere due figli, ha ripreso in mano il suo amato lavoro con grande passione. Insieme a loro abbiamo deciso di unire le forze. Collaboriamo, organizziamo insieme corsi, ci sosteniamo.
Tutto questo ha per me il sapore morbido e confortante di una buona torta al cioccolato.

INGREDIENTI

170 g di cioccolato fondente
200 g di zucchero
200 g di burro morbido
200 g di uova intere (circa 4 uova medie)
270 g di mandorle tritate*

PROCEDIMENTO

  • Sciogliere il cioccolato a bagnomaria.
  • Separare le chiare dai rossi e montarle a neve con un cucchiaio di zucchero tolto dal peso totale.
  • Lavorare con le fruste il burro morbido, aggiungere poi lo zucchero, i tuorli, la farina di mandorle ed il cioccolato intiepidito. Infine aggiungere delicatamente, a mano, gli albumi montati fino ad ottenere un impasto omogeneo.
  • Imburrare leggermente una tortiera di 28 cm di diametro e rivestirla con della carta forno bagnata e strizzata.
  • Riempirla con l’impasto e cuocere in forno già caldo a 180 gradi per circa 40 minuti. Servirla dopo che ha ben raffreddato.

NOTE

*è meglio non usare la farina di mandorle già pronta, perché sparisce un po’ nell’impasto in cui è invece molto piacevole sentire i pezzettini di mandorla. Prendete delle buone mandorle e frullatele con il robot, in modo che restino in sottile granella.

Ricette dal blog