Anche quest’anno ad un certo punto ho realizzato che era di nuovo il tempo giusto, quello in cui avrei iniziato a trovare- nei panifici e nelle pasticcerie della mia città- i miei panini dolci preferiti, le scole.

Morbide ma non soffici come brioche, leggermente appiccicose per la delicata spennellata finale di sciroppo, profumate di anice e ricche di uvetta, le aspetto ogni anno e le collego istantaneamente al periodo primaverile, alla quaresima, come qualcosa di prezioso che si mangia solo in una determinata occasione.

Da anni preparo le scole a casa, avendo trovato il modo di farle proprio come mi piacciono, non troppo dolci, semplici, ma con quel profumo atteso che invade la casa.

La ricetta è già da tempo qui, utilizzata da molte persone anche fuori dalla loro strettissima zona geografica (appena si esce da Pistoia, non si trovano più), perchè come ogni sapore semplice e antico ha trovato facilmente estimatori ed estimatrici ovunque.

Sono buone a colazione o merenda- l’uso principale che ne facciamo- ma senza lo sciroppo sono ottime anche in abbinamenti insapettati con prodotti salati e non sfigurano in un ricco cestino del pane. Sono certa che in Francia, dove i pani arricchiti di frutta secca vanno moltissimo, avrebbero un grande successo.

Di solito quando una ricetta mi soddisfa non vado a cercare grosse modifiche, ma quest’anno ho voluto provare una versione ulteriore di questo impasto, utilizzando il licoli. Non variazioni, dunque, alla struttura generale, ma integrazioni, curiosità, voglia di provare una via diversa per arrivare al prodotto finale.

Entrando nel mondo del licoli, ho pensato che sarebbe stato più interessante e piacevole farsi aiutare da qualcuno che ne sapeva più di me, cercare una guida in questa piccola prova.

Impasto pane ed altri prodotti semplici con una certa regolarità, ma professionalmente non è il mio campo.

Ho quindi scritto a Fabrizia per chiederle se aveva voglia di darmi una mano a trasformare la ricetta che già avevo in una versione con licoli anzichè con lievitazione indiretta e biga.

Se non la conosci, Fabrizia è la persona che impasta, ma non solo, dietro il nome di Storie di pane e cucina.

Nel “non solo” è compreso il fatto che dalla sua mente e dalle sue mani sono nati progetti belli come Cucina a distanza ed Il ricettario itinerante e che Fabrizia è una di quelle presenze che arricchiscono la rete con delicatezza e generosità.

Ci siamo conosciute on line, prima, e poi anche di persona, abbiamo partecipato l’una ai corsi dell’altra.

I suoi corsi a distanza sul pane ed altri lievitati con licoli sono quello che cercavo per rimettere mano ad impasti che ho sempre considerato più faticosi, vagamente stressanti per il fatto di doverli incastrare nei miei impegni quotidiani.

Il pane mi ha sempre chiamato ma risultandomi anche, a volte, troppo impegnativo.

Con lei ho imparato ad adattare il licoli ed i suoi tempi ai miei e non viceversa, a trovare soluzioni semplici, a coltivare la fiducia, a godermi l’attesa.

Fabrizia non solo ha tradotto la ricetta delle scole in versione con licoli, ma mi ha proposto fin da subito di provarla insieme, a distanza, nelle nostre cucine.

Abbiamo dunque impastato, discusso, ragionato sui passaggi, lei sperimentando un impasto mai fatto nè assaggiato, io ricercando un prodotto conosciuto e provando a passarle, a parole, il “come dovrebbe venire”.

E’ stato interessante come sempre lo sono gli scambi, i flussi di competenze, la capacità di spiegare in modo semplice e diretto.

Ho imparato cose nuove sul mio forno, sentito l’impasto cambiare sotto le mie mani, coccolato maggiormente il mio lievito con climi tiepidi oltre che con farine buone.

A me sono serviti due impasti per capire meglio, Fabrizia già il primo giorno aveva delle scole che sarebbero state bene nella vetrina di un panificio pistoiese.

Abbiamo deciso di condividere le nostre riflessioni in questa nuova versione della ricetta.

Se hai un licoli attivo in frigo, magari hai voglia anche tu di provare, sentire, attendere, fino a gioire del profumo finale che riempirà la tua cucina.

INGREDIENTI

Per l’impasto

500 g di farina (con w 260-280)

250 g di acqua tiepida

120 g di licoli rinfrescato

70 g di olio evo

8 g di sale

100 g di zucchero semolato

20 g di semi di anice

160 g di uvetta

un cucchiaio di vinsanto (facoltativo)

Per lo sciroppo

100 g di zucchero semolato, 50 g di acqua

Per decorare

zucchero semolato

PROCEDIMENTO

La sera, prima di andare a letto, rinfrescare 20 g di licoli con 80 g di farina forte (w 320) e 80 g di acqua.

Lasciare lievitare in un luogo riparato (anche in forno spento) a temperatura ambiente.

Ammollare l’uvetta in acqua (oppure in acqua con un cucchiaio di vinsanto) e mettere i semi di anice nell’olio

Il mattino dopo iniziare l’impasto (che può essere fatto a mano o, se lo preferisci, in planetaria con il gancio).

In una ciotola capiente sciogliere il licoli nell’acqua con una forchetta. Aggiungere la farina, gradualmente, lavorando fino ad avere un impasto morbido e uniforme e la ciotola asciutta.

Unire anche il sale e impastare finchè non si sentono più i granelli sotto le dita.

Far riposare per 10-15 minuti, poi iniziare ad unire anche lo zucchero, gradualmente.

Quando l’impasto è uniforme, iniziare ad unire l’olio con i semi di anice.

Inserire infine, ad impasto formato, l’uvetta (scolata e ben asciugata), e lavorare fino a distribuirla in modo uniforme.

Coprire e far riposare in luogo tiepido (per esempio in forno con luce accesa, vicino a una stufa o a una fonte di calore) per circa 2h, facendo tre pieghe ogni 20 minuti nella prima ora. L’impasto migliorerà di piega in piega, diventando sempre più liscio e omogeneo.

Su una spianatoia spolverata con poca farina, dividere l’impasto in pezzi da 80-85 g e arrotolarli a pallina.

Far riposare 10 minuti e poi allungare dando la forma tipica delle scole.

Disporre le scole su due teglie coperte di carta forno o tappetino da cottura, coprire con pellicola o canovaccio e far lievitare in luogo tiepido per circa 3-4 ore o comunque fino ad un visibile aumento di volume (il tempo dipende sempre da temperatura e condizioni ambientali).

Scaldare il forno a 210 gradi in modalità statica per una ventina di minuti. Preparare un pentolino o una ciotola di acqua calda da mettere sul fondo.

Quando il forno è ben caldo, effettuare un taglio al centro delle scole nel senso della lunghezza.

Infornare insieme al pentolino, abbassare la temperatura a 200 gradi e cuocere per 18-20 minuti o comunque fino a quando prendono un bel colore nocciola.

Nel frattempo preparare lo sciroppo con lo zucchero e l’ acqua, facendoli sciogliere in un pentolino, sul fuoco.

Quando le scole escono dal forno, spennellarle leggermente con lo sciroppo e mettere un po’ di zucchero semolato nel taglio centrale.

Conservazione

Una volta fredde si possono congelare o conservare per un paio di giorni in sacchettini o scatole a chiusura ermetica.

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